Tag Articolo #Media studies

Sam Taylor-Johnson / Still Life

Video Art #4

Sam Taylor-Johnson, artista di spicco tra gli YBA, adotta un approccio ricreazionista all’iconografia dei Grandi Maestri della storia dell’arte, mettendo in luce i meccanismi di storicizzazione delle immagini e la loro persistenza nella memoria collettiva, e sottolineando – attraverso tecniche cinematografiche quali time lapse e inquadratura fissa – il loro decadimento. Diletta Piemonte riflette su come questa operazione d’ibridazione tra passato e presente, tra linguaggio cinematografico e immagine statica, tra iconografia e tecniche di ripresa contemporanee crei una temporalità e insieme un suo sfasamento. Questo ha il potenziale di produrre “un nuovo genere di realtà” e rivelare il valore politico dalla manipolazione di immagini storiche nella cultura contemporanea. ...

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Dalla Congiunzione alla Connessione. Un nuovo modello di interazione

The Distopian Enclave #4

La mediazione di Internet, social media e algoritmi, ha facilitato le interazioni umane o piuttosto ha creato delle bolle sociali in cui l’user interagisce con modelli creati appositamente per lui? Influenzati dalla regolazione algoritmica nella nostra vita online, tendiamo a intellettualizzare i sentimenti, ad applicare la medesima logica utilitaristica ai rapporti umani e alle esperienze reali, perdendo la dimensione collettiva che ci lega all’altro. La targettizzazione favorisce la divisione in fazioni tra gli utenti, i modelli dell’informazione digitale producono assenza di critica e contenuti provocatori e divisivi che isolano il soggetto e diffondono un clima di intolleranza e odio. Le interazioni violente tra gli utenti, il rischio costante di fenomeni di radicalizzazione del pensiero, ci spingono a immaginare soluzioni possibili come la decelerazione, l’uso consapevole, l’abbandono o la riconfigurazione di nuove piattaforme dal basso, al fine di creare nuove forme di socialità a partire da queste macerie....

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Christian Marclay / The Clock

Video art #3

L’opera “The Clock” di Christian Marclay è tra i lavori di montaggio più sofisticati della storia dell’arte. L’opera è stata creata concentrandosi esclusivamente sull’intercedere del tempo, trascurando completamente l’aspetto narrativo. La coerenza degli spezzoni è data dalle coordinate temporali canoniche, attraverso cui Marclay lega l’esperienza individuale dello spettatore al susseguirsi delle scene, montate per corrispondere al tempo reale della visione: nell’arco delle 24 ore di durata, le attività diurne o notturne corrispondono al giorno o alla notte nella vita reale. Allo stesso modo, l’invecchiamento progressivo degli attori in scena viene simulato attraverso il montaggio, rendendo “The Clock” una sorta di gigantesco memento mori. ...

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Isaac Julien / Looking for Langston

Video Art #2

Durante l’esplosione dell’epidemia di AIDS, l’artista Isaac Julien apre uno scorcio sulla repressione trasversale che investì la comunità omosessuale afroamericana. Nell’opera Looking for Langston, l’artista rielabora il lutto per la morte del poeta afroamericano Langston Hughes attraverso il concetto freudiano di ritiro della libido, lasciando in scena soltanto il dolore dell’assenza e la malinconia di un’amore proibito. La morte di Hughes – tra i protagonisti del Rinascimento di Harlem negli anni ’20 – si trasforma così in un’elegia sulle note e i versi della Jazz Poetry, per reclamare l’assenza di rappresentazione di un amore nero e omosessuale esente dall’ipersessualizzazione e dalla mercificazione del corpo afroamericano. ...

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James Richards / Radio at Night

Video Art #1

In questo articolo, Diletta Piemonte approfondisce il lavoro di James Richards, nello specifico “Radio at Night”, un’opera di videoarte composta da found footage visivi e sonori uniti a musiche originali. Il risultato cala il fruitore in uno stato di sospensione in cui trovare «un altro modo di osservare qualcosa di familiare». ...

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