*Questo articolo è un estratto da La società industriale e il suo futuro (2024) di Theodore Kaczynski, edito da D editore, che ringraziamo per la concessione.

 

180. I tecnofili ci stanno trascinando in un’avventura insensata, un viaggio spericolato verso l’ignoto. Molte persone capiscono qualcosa di ciò che il progresso tecnologico sta creando, ma restano passivi perché pensano che sia inevitabile. Ma noi non crediamo sia inevitabile: pensiamo invece che possa essere fermato e daremo qui alcune indicazioni a riguardo.

181. Come abbiamo affermato nel paragrafo 166, i due compiti principali e immediati sono: 1) promuovere l’agitazione sociale e aggravare l’instabilità nella società industriale, 2) sviluppare e propagare un’ideologia che si opponga alla tecnologia e al sistema industriale. Quando il sistema sarà sufficientemente indebolito e destabilizzato, allora una rivoluzione contro la tecnologia sarà possibile, sul modello delle rivoluzioni francese e russa. La società francese e quella russa, per diversi decenni prima delle rispettive rivoluzioni, mostravano segni crescenti di instabilità e debolezza. Nel frattempo, si svilupparono ideologie che offrivano una visione del mondo completamente nuova. Nel caso russo, i rivoluzionari lavoravano attivamente per minare il vecchio ordine sociale. Poi, quando il vecchio sistema era stato sufficientemente indebolito – dalla crisi finanziaria in Francia, dalla sconfitta militare in Russia – venne spazzato via dalla rivoluzione. Quello che proponiamo è qualcosa di simile.

182. Si obietterà che entrambe le rivoluzioni citate hanno fallito. Ma la maggior parte delle rivoluzioni hanno due obiettivi. Uno è quello di distruggere la vecchia forma di società e l’altro è quello di crearne una nuova, a immagine di quella teorizzata dai rivoluzionari. I rivoluzionari francesi e russi fallirono (per fortuna!) nel creare la nuova società che sognavano, ma riuscirono a distruggere la vecchia. Non ci facciamo illusioni sulla possibilità di creare una nuova società ideale, il nostro obiettivo è solo distruggere quella esistente.

183. Ma affinché un’ideologia susciti l’entusiasmo delle masse, deve offrire al contempo un ideale positivo e un’ideale negativo; deve essere tanto perqualcosa e quanto controqualcosa. Noi proponiamo l’ideale positivo della Natura. La natura selvaggia, ovviamente: tutti gli aspetti della vita sulla Terra e dei suoi esseri viventi, che non dipendono dalla gestione umana e sono liberi dalla sua interferenza e dal suo controllo. E in questa natura selvaggia includiamo la natura umana, intendendo quegli aspetti del funzionamento dell’individuo umano che non sono soggetti alla regolamentazione della società organizzata, ma risultano dal caso, dal libero arbitrio o da Dio (a seconda delle vostre opinioni religiose o filosofiche).

184. La natura è un contro-ideale perfetto rispetto alla tecnologia, e questo per diverse ragioni. La natura – il che include tutto quanto è fuori dal potere del sistema – è l’opposto della tecnologia – che cerca di estendere indefinitamente il potere del sistema. La maggior parte delle persone è d’accordo sul fatto che la natura sia bella, e di certo essa esercita un immenso potere di fascinazione. Gli ambientalisti radicali hanno giàun’ideologia che esalta la natura e che si oppone alla tecnologia. Per salvarla, non è necessario fondare una chimerica utopia o un nuovo ordine sociale. La natura si prende cura di sé stessa: è una creazione spontanea che esisteva molto prima dell’essere umano, e per innumerevoli secoli diverse società sono coesistite con essa senza danneggiarla eccessivamente. Solo con la rivoluzione industriale l’effetto della società umana sulla natura è diventato devastante. Per porvi fine non è necessario creare un sistema sociale particolare, ma solo liberarsi della società industriale. Certo, questo non risolverà tutti i problemi. La società industriale ha già fatto danni enormi alla natura e ci vorrà molto tempo prima che le ferite si rimarginino. Inoltre, anche società preindustriali possono causare danni significativi alla natura. Ciononostante, sbarazzarsi della società industriale sarà già un grande risultato; questo sopprimerà le aggressioni più nocive sulla natura, di modo che le ferite possano iniziare a guarire. La società organizzata perderà la capacità di aumentare il proprio controllo sulla natura – compresa quella umana. Qualunque sia il tipo di società che emergerà dalle rovine del sistema industriale, è certo che la maggior parte delle persone vivranno più vicino alla natura, perché in assenza di tecnologia avanzata non c’è altro modo in cui le persone possanovivere. Per nutrirsi dovranno essere contadini, o pastori, o pescatori, o cacciatori, eccetera. E, in generale, l’autonomia locale aumenterà perché la mancanza di tecnologie avanzate e di mezzi di comunicazione rapidi limiterà la capacità di governi o altri grandi organizzazioni di controllo delle comunità locali.

 

Biografia

Theodore John Kaczynski (1942-2023), noto con il soprannome di Unabomber, è stato un filosofo, accademico, matematico e terrorista statunitense.