Vorrei partire da questa premessa: la sessualità è da sempre in costante trasformazione. Corre, inciampa, si sorprende, si deprime, aggredisce, subisce e reagisce, marchia e viene marchiata. La pelle della sessualità cambia come quella del serpente, e ogni muta abbandona l’epidermide logora delle strutture culturali, socio-politiche e tecnologiche precedenti. Si tratta di un processo lento, non lineare, in cui spesso si sovrappongono due stratificazioni differenti – quella passata e quella futura –, convergendo nel presente. La sessualità è una questione innanzitutto sociale e politica: attraverso la struttura e le regole di una data società viene imposto un copione, un’idea di normalità, e all’inverso la sua trasgressione. Discipline, regole e trasgressioni si fondono nella cultura e nell’estetica, che si fanno immagine e concretizzazione delle suddette strutture. Queste regole sono state definite nel corso dei secoli intersecando diverse discipline come la medicina, la biologia, la psicoanalisi e, ovviamente, la politica come strumento di gestione sociale. Le regole hanno creato sessi e definito anche i ruoli. A questi discorsi, da sempre sono state poste delle contro-narrazioni. Le trasgressioni, a loro volta, hanno creato diversivi, codificazioni comportamentali e altrettante disgregazioni. Il risultato di tutto questo si condensa nella vita. Riguardo al passato, abbiamo innumerevoli testimonianze in quelle forme di letteratura – pubblicata o meno sotto pseudonimo  – di opere fondate su forme di erotismo “alternative”, termine che sussiste solo qualora lo si contrapponga alle imposizioni standardizzate di una data epoca, in quanto l’erotismo non è standard e nemmeno alternativo: l’erotismo non esiste, siamo noi a inventarlo e a copiarlo, combinando le influenze del mondo esterno con la nostra esperienza di vita. Con l’evolversi delle tecnologie, regole, codici, trasgressioni ed erotismo hanno intrapreso ulteriori trasformazioni. In questo periodo di mezzo, il serpente della sessualità è in fase di muta: abbiamo la vecchia pelle ancora addosso, ma quella nuova è già visibile e operativa. Il post-erotismo rappresenta un cambiamento radicale di ciò che socialmente e individualmente viene identificato come erotico, una concezione ricalibrata visivamente, sensorialmente e culturalmente in diretta connessione allo sviluppo tecnologico.