Inactual Magazine lancia la sua prima produzione cartacea con un volume collettaneo sperimentale che coinvolgerà scrittor*, artist*, ricercator* e accademic* affermati nel panorama nazionale e internazionale, insieme ad autor* e artist* emergenti che verranno selezionati da noi e attraverso questa call.

 

IL VOLUME:

MEDIAL DISORDERS. Interpretive and non-statistical compendium of technological disorders è un volume che intende riflettere sul concetto di disordine mediale, neologismo che si riassume in una visione della tecnologia come organismo neutrale in grado di sviluppare una serie di patologie a causa dell’influenza umana.

Questo libro inaugurerà la prima di una serie di pubblicazioni prodotte da noi come casa editrice indipendente, a cui daremo una forte impronta curatoriale e sperimentale. Applicheremo una forma di editoria intersezionale lavorando e intersecando concetti, struttura, contenuti ed estetica. Ogni pubblicazione sarà concepita come un’opera vera e propria. Editoria come pratica artistica, curatela e dispositivo concettuale. 

 

IL CONCEPT:

Come suggerisce il titolo, Medial Disorders. Interpretive and non-statistical compendium of technological disorders si pone innanzitutto come un ribaltamento critico del famoso DSM (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders): il DSM – definito un manuale ateoretico – si basa sulla sintomatologia descrittiva, ignorando una serie di aspetti come la complessità soggettiva, la storia, il contesto socio-economico e tanti altri aspetti. In estrema sintesi, il DSM contribuisce a una logica che sostituisce la cura di una società malata a quella di un adattamento coercitivo dell’individuo. Questa ideologia opera mediante un’organizzazione dei discorsi che si sviluppa colpevolizzando il soggetto e assolvendo i sistemi di potere che regolano la società in cui è costretto a vivere; inoltre, questa organizzazione dei discorsi si articola, nel caso del DSM, in una struttura manualistica composta da indici, categorie, sottocategorie, neologismi, descrizioni, statistiche basate su sintomi spesso generici: ogni singola parte concorre alla funzione di agevolare e legittimarne il discorso. 

Adottando il DSM come emblema dei meccanismi di potere in generale, operanti mediante discorsi e strutture che li sostengono, questo volume intende costruire un détournement ai discorsi (ricerca teorica e artistica) e alle strutture che li sostengono (editoriale) applicandolo però all’ecosistema tecnologico in cui viviamo.

MEDIAL DISORDERS è dunque un volume che intende riflettere sul concetto di disordine mediale, neologismo che si riassume in una visione della tecnologia come organismo neutrale in grado di sviluppare una serie di patologie a causa dell’influenza umana. Non si patologizza dunque la tecnologia in sé, ma il modo in cui viene applicata. Si tratta quindi di un passaggio concettuale che riporta da un lato la responsabilità ultima di ogni utilizzo della tecnologia all’essere umano stesso, a chi la programma, a chi la gestisce, a chi la organizza come forma di potere attraverso discorsi e strutture. Ogni patologia possibile rappresenta dunque un utilizzo distopico, dannoso o negativo per umani, non umani ed ecosistemi. Ognuno di questi utilizzi patologici della tecnologia seguirà dunque una logica inversa rispetto a quella sintomatologica e descrittiva del DSM: (benché si strutturerà mediante categorie, sottocategorie e termini) verranno invece interpretati in maniera critica e in chiave interdisciplinare. Per questa ragione, Medial Disorders non si pone come manuale statistico ma come compendio interpretativo, nella misura in cui si porrà come una guida interpretativa sullo stato dell’arte, di oggi e del futuro, di tutte quelle applicazioni e manifestazioni e utilizzi patologici della tecnologia che costituiscono, regolano e influenzano la vita nel suo complesso. 

 

ESEMPI E GUIDA:

*Esempi di alcune categorie di medial disorders: Technopolitics disorders; Medial and Audiovisual Disorders; Disorders of the mediated self; Digital Labour Disorders. 

*Esempi di medial disorders: urban Gamification, social credit, militarization of AI, image-conflict, NPC stream, contemporary ADV.

*L’autor* potrà scegliere un medial disorder già esistente, trattato da altri autor* e riassumerlo, oppure potrà indagare qualcosa di specifico e identificare l’analisi con un neologismo.

*La call si rivolge a studios*, ricercator* indipendenti, accademic* e artist*. Non si pone alcun vincolo tematico, se non quello attinente all’intersezione teorica della tecnologia (del medial disorder) con le seguenti macroaree: Visual, Media, Film, Game, Sound Studies / Filosofia / Politica / Antropologia / Sessualità e studi di genere / Ecologia / Arte contemporanea / Sottoculture / Neuroscienze / Psichiatria / Biologia / Sociologia.

 

COME CANDIDARSI:

Inviare, entro il 21 gennaio una mail a inactual.magazine@gmail.com con oggetto “MEDIAL DISORDER”, allegando 2 PDF separati:

1– titolo (nome del medial disorder) + Nome Cognome autor* + testo definitivo (min 2000 max 4000 battute) + eventuali immagini (con le courtesy) + eventuale bibliografia (da citare in nota nel testo).

2 – Breve biografia (max 300 battute) + contatti: sito web / social / altri link 

Norme editoriali qui

 

***Medial Disorders raccoglierà i contributi selezionati attraverso questa open call insieme ad altri da noi selezionati di teoric*, ricercator*, scrittor* e artist* già affermati a livello nazionale/internazionale. Il volume verrà pubblicato entro giugno 2024 e si avvarrà di una distribuzione diretta presso librerie indipendenti, partecipazione a fiere ed eventi, presentazioni e altre forme di natura ibrida***

 

© INACTUAL